La risposta naturale al colon irritabile
Il colon irritabile, o sindrome dell’intestino irritabile, è l’affezione più frequente in gastroenterologia, con conseguenze negative che si riverberano sulle capacità lavorative e sui rapporti sociali, oltre che sul tono dell’umore e sul benessere psico-fisico. In assenza di conoscenze precise sulle sue cause, il trattamento è circoscritto al controllo dei sintomi, tipicamente costituiti da stipsi, diarrea, crampi, dolore, ansia e altre turbe mentali.
Eppure, qualcosa si sta muovendo. L’attenzione è stata recentemente puntata su un fattore patogenetico cruciale, costituito dal deterioramento del velo fisiologico che normalmente protegge e nutre la mucosa enterica. Il suo ripristino costituisce la risposta naturale al colon irritabile anticipata nel titolo.
Se ne parla in questo articolo. La prima parte riepiloga, anche attingendo a MedicitaliA, i tratti distintivi di questa patologia (1-6). La seconda ne illustra il fattore patogenetico cruciale e il rimedio che se ne è ricavato. Per inciso, quest’ultimo non viene nominato per motivi insiti nel codice deontologico di MedicitaliA. La terza si sofferma sul moderno farmaco naturale, inteso come paradigma della rinnovata alleanza tra Homo sapiens e natura (7).
Un’affezione multifattoriale
Secondo il dizionario medico Merriam-Webster, il colon irritabile è un “disturbo cronico funzionale, caratterizzato principalmente da costipazione, diarrea, crampi e dolori addominali”. Nei paesi occidentali ne soffrono tra il 10 e il 20 per cento della popolazione giovanile e adulta, soprattutto femminile. La prima descrizione risale al 1950 (8), ma da allora è stata incessantemente rielaborata in termini di patogenesi, diagnosi e trattamento. Allo stato dei fatti, la patogenesi più accreditata è che il colon irritabile sia legato a più fattori: stati di stress, predisposizione genetica, episodi infettivi pregressi, allergeni alimentari, discrasie neurovegetative, squilibri della flora intestinale, processi infiammatori, ecc. La diagnosi ha un carattere funzionale, secondo il principio della Scala di Likert che definisce una malattia in base all’atteggiamento del paziente e ai sintomi che egli riporta (9). Per esempio, si distingue un colon irritabile stitico, diarroico, alternante, doloroso e così via.
Il trattamento del colon irritabile ha finora avuto un carattere eminentemente sintomatico, mirato su ciascuna delle sue manifestazioni. Ne offrono un esempio i lassativi in genere e la loperamide (10), impiegati rispettivamente nella forma stitica e diarroica. Un altro esempio è fornito dagli antinfiammatori ad azione antalgica, che alleviano il dolore e migliorano il tono dell’umore (11-12). Purtroppo, essi sono gravati dal danneggiamento della mucosa insito nel loro meccanismo d’azione, che ne sconsiglia questo impiego (13-17). Il trattamento del colon comprende inoltre ansiolitici, antidepressivi, diete ricche in fibre o prive dei saccaridi e polioli fermentabili (FODMAP) e molto altro ancora. Nessuno di questi trattamenti è curativo, né incide sul decorso della malattia. Qualcosa, tuttavia si sta muovendo.
Eppure, qualcosa si sta muovendo. L’attenzione è stata recentemente puntata su un fattore patogenetico cruciale, costituito dal deterioramento del velo fisiologico che normalmente protegge e nutre la mucosa enterica. Il suo ripristino costituisce la risposta naturale al colon irritabile anticipata nel titolo.
Se ne parla in questo articolo. La prima parte riepiloga, anche attingendo a MedicitaliA, i tratti distintivi di questa patologia (1-6). La seconda ne illustra il fattore patogenetico cruciale e il rimedio che se ne è ricavato. Per inciso, quest’ultimo non viene nominato per motivi insiti nel codice deontologico di MedicitaliA. La terza si sofferma sul moderno farmaco naturale, inteso come paradigma della rinnovata alleanza tra Homo sapiens e natura (7).
Nel corso del trascorso ventennio, le ricerche si sono focalizzate sul processo infiammatorio a carattere distrofico della mucosa, che contraddistingue questa patologia esponendo il viscere all’azione algogena e patogena degli agenti irritanti contenuti nel cibo e nel microbiota (18-31). La manifestazione più evidente di questo processo è la microfessurazione del velo mucoso che normalmente riveste il colon, proteggendolo dalle aggressioni e favorendo la rigenerazione dei sottostanti tessuti con i nutrienti generati dalla sua disgregazione. Queste nozioni hanno per la prima volta dato corpo all’idea di un fattore patogenetico cruciale circondato dalla variegata costellazione dei sintomi e delle manifestazioni del colon irritabile. Il rimedio naturale qui di seguito descritto mira alla ricostituzione del velo fisiologico che normalmente riveste la mucosa del colon.
A questo fine si è fatto ricorso all’associazione di tre ingredienti naturali, dotati sotto questo profilo di proprietà sinergiche e complementari: il Collagene, lo Psillio e il Lino.
Il Collagene idrolizzato forma in presenza di acqua un colloide, che riproduce le proprietà fondamentali del muco enterico: da un lato protegge la mucosa, dall’altro si disgrega liberando aminoacidi e peptidi essenziali per la sua rigenerazione (32-34). La potenza dell’effetto barriera è stata documentata facendo cadere goccia a goccia l’acido cloridrico su una membrana metallica e registrando, come misura dell’effetto protettivo, il tempo di perforazione. Il collagene blocca la corrosione dell’acido cloridrico meglio della membrana metallica (35). Per quanto riguarda l’azione nutrizionale, basta ricordare che il collagene è il terreno preferenziale delle cellule coltivate in vitro. Si tenga presente, inoltre, che le suddette proprietà hanno fin qui trovato un documentato impiego in una patologia analoga sotto il profilo distrofico, ma sintomatologicamente più severa: il bruciore di stomaco (36). Va rilevato che lungo il tratto digestivo il collagene tende a disgregarsi: pertanto, nel primo tratto di questo percorso prevale l’effetto protettivo, nel secondo quello nutrizionale.
Lo Psillio (Plantago afra) è costituito dalla fibra cuticolare, che forma una mucillagine capace di rivestire e lenire la mucosa dolente e irritata (36-39). La sua prerogativa è di alleviare i sintomi sia della stitichezza, sia della diarrea non dissenterica (40). È Inoltre costituito da una emicellulosa poco digeribile, che esercita un effetto protettivo più protratto del collagene, senza produzione di gas (41). Presenta un rischio di allergie, ma limitato agli addetti alla sua lavorazione soggetti al contatto e all’assimilazione di quantità molto elevate. Va aggiunto che l’uso protratto di Psillio riduce I livelli ematici del colesterolo e, nel diabete di tipo 2, del glucosio (42-44).
Il Lino (Linum usitatissimum) è impiegato sotto forma di farina integrale del seme. La parte fibrosa si rigonfia, partecipando all’effetto barriera del collagene e dello Psillio. La parte interna completa l’azione nutritiva del collagene idrolizzato, aggiungendo ai suoi aminoacidi gli Omega 3, 6 e 9 dei quali è ricco (45-47). Anche al Lino viene attribuita sia un’efficacia contro la forma diarroica e stitica del colon irritabile, sia un’azione anti dislipidemica (48, 49).
In definitiva, la risposta naturale al colon irritabile consiste nella ricostituzione del velo fisiologico che riveste la mucosa enterica e delle proprietà che lo contraddistinguono. Mentre i grandi della Terra discutono di Green Economy, questo piccolo rimedio per il colon irritabile lancia un segnale preciso, tratto da un documento del Consiglio d’Europa fin qui rimasto allo stadio di proposta: “mantiene, sostiene e ottimizza una funzione fisiologica”, rappresentata dal velo naturale che riveste la mucosa enterica proteggendola dal colon irritabile (50).
RIPROCOLON
RIPROREFLUX
Il ritorno alla natura
Il rimedio annunciato in questo articolo non appartiene ai medicinali. È un integratore alimentare volto a “mantenere, sostenere o ottimizzare un parametro fisiologico”, rappresentato dalla protezione offerta dal velo fisiologico che normalmente riveste la mucosa enterica. In altre parole appartiene nel suo piccolo ai farmaci, tipicamente rappresentati dalle vitamine, che prevengono e curano le malattie causate dalla loro mancanza. Contiene ingredienti naturali, dotati di una storia che, letta con attenzione, fornisce le conoscenze necessarie per il loro impiego medico senza bisogno di complicate, costose e protratte indagini precliniche e cliniche. Il modello di riferimento contemporaneo è rappresentato dalla soluzione idrosalina inserita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che ha salvato dalle dissenterie più malati dei chemioterapici e degli antibiotici. Purtroppo, questa classe di farmaci è stata infangata da una miriade di prodotti privi di basi scientifiche. Se ne distinguono per l’autorevolezza degli studi che ne comprovano l’efficacia. In questo caso sono cinquanta, ma se ne sarebbero potuti citare almeno altrettanti.
Pubblicato anche su: Medici Italia
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Medico, cultore della Farmacologia e della Bioetica, ha dedicato l’esistenza alla valorizzazione dei talenti nascosti nella natura e nella Persona umana. Crede nella medicina naturale ed è autore di studi e testi sull’ argomento. Ha realizzato farmaci di rilievo internazionale. Ha sostenuto con borse di studio giovani di talento. Vanta numerosi lavori scientifici, brevetti e trattati. E’ Presidente Onorario di Noopolis e Professore Onorario dell’Università “Sapienza” di Roma e gode della stima della comunità scientifica italiana e internazionale. E’ impegnato col figlio Luca nello sviluppo di un’Azienda farmaceutica fondata sul naturale.